Racconti olfattivi (in allestimento)

Che si tratti di una mattina di primavera, di un pomeriggio in veranda o del silenzio serale di una camera da letto, ogni racconto nasce da una composizione olfattiva reale, ma si apre a un universo immaginato, sensoriale, personale.

Dove il profumo incontra la parola, e l’aria diventa narrazione.

Ogni profumo racchiude una storia. Non solo quella della sua creazione, ma anche quella che prende vita ogni volta che lo respiriamo. In questa pagina abbiamo raccolto i nostri racconti olfattivi, brevi viaggi ispirati alle fragranze OltreProfumi, capaci di evocare atmosfere, emozioni, luoghi e momenti della vita quotidiana.

È il nostro modo di raccontare i profumi: non solo con le note, ma con le immagini, le emozioni e le parole che evocano. Sfoglia, annusa con la mente, lasciati trasportare. E se una storia ti parla, forse è il profumo giusto per te.

Fior di Mare

Era quasi sera, e il sole sfiorava l’orizzonte, dipingendo il cielo di sfumature rosate e dorate. Il mare rifletteva la luce calda del tramonto, e l’aria era carica della freschezza salmastra della brezza marina. Camilla camminava lentamente sulla battigia, sentendo la sabbia ancora tiepida sotto i piedi nudi. Ogni respiro era un viaggio tra note delicate e avvolgenti: la dolcezza succosa dei frutti maturi si fondeva con un soffio leggero e trasparente, come l’eco di un’estate senza tempo. Proseguendo lungo la riva, un piccolo giardino segreto si aprì davanti a lei, nascosto tra le dune. I fiori ondeggiavano al ritmo del vento: violette selvatiche, rose vellutate e gigli profumati che si intrecciavano armoniosamente con il verde fresco delle foglie. Il muschio diffondeva un’essenza delicata e persistente, mentre la carezza della brezza marina avvolgeva Camilla in una sensazione di puro benessere. Chiuse gli occhi e sorrise. Quel momento di serenità assoluta era racchiuso in una fragranza: Fior di Mare, l’essenza perfetta per trasformare ogni ambiente in un angolo di tranquillità e raffinatezza.

Sogno di Primavera

Era una dolce sera di primavera, e l'aria vibrava di promesse e nuovi inizi. Camilla passeggiava nel suo giardino, avvolta dalle vivaci note fruttate di albicocche e mele appena mature, illuminate da una fresca brezza di bergamotto. Intorno a lei, petali delicati di viole e fiori di pesco sembravano danzare lievemente, diffondendo una fragranza elegante e raffinata. Ad ogni passo, la dolcezza del miele, della vaniglia e delle mandorle accompagnavano Camilla in un viaggio sensoriale, mentre un sottile sentore muschiato rendeva l'atmosfera accogliente e sognante. Chiuse gli occhi sorridendo: aveva trovato l'essenza che avrebbe trasformato casa sua nel più dolce dei rifugi, Sogno di Primavera.

Essenza d'Oriente

Fuori la notte avanzava silenziosa. Sofia accese una candela, e subito la stanza si riempì di note speziate e sorprendenti: rabarbaro fresco, cocco esotico, pepe stuzzicante e un velo di cannella. Chiuse gli occhi, lasciandosi avvolgere dalla dolcezza calda di vaniglia, miele dorato e cioccolato, che lentamente emergeva come una carezza rassicurante. Poi, un sussurro di vetiver, sandalo e oud riempì l'aria di mistero, mentre l'ambra illuminava l'ambiente come un antico gioiello orientale. Aprendo gli occhi, Sofia sorrise. Aveva appena compiuto un viaggio lontano senza muoversi da casa, un viaggio che poteva ripetere ogni volta che desiderava.

Soffio di Cashmere

Era l’una del pomeriggio di un tranquillo martedì di marzo. Il sole ancora invernale filtrava tra i rami spogli e le prime gemme dei fiori, scaldando dolcemente l’aria. Marta, con i suoi lunghi capelli rossi che catturavano ogni riflesso dorato della luce, passeggiava nel giardino della vecchia villa di famiglia. Aveva deciso di prendersi una pausa dalla frenesia quotidiana e di assaporare il silenzio di quell’ora sospesa, quando il mondo sembrava rallentare. Un soffio di vento leggero portò con sé il profumo delle fragole selvatiche, delle pesche mature e di un tocco di zafferano speziato che la fece sorridere. Marta si avvicinò alla veranda dove, su un piccolo tavolino in ferro battuto, qualcuno aveva lasciato una ciotola colma di mirtilli freschi. Accanto, un vecchio libro aperto, le pagine leggermente increspate dal tempo, profumava di carta antica e ricordi dimenticati. Mentre sfiorava le pagine, una nuova scia aromatica la avvolse. Sentì la morbidezza vellutata delle rose in fiore, il tocco esotico delle orchidee e il fascino avvolgente del gelsomino. Il patchouli e l’oud danzavano nell’aria, donando una profondità misteriosa alla fragranza che sembrava circondarla come un abbraccio invisibile. Marta si lasciò cadere sulla sedia, chiudendo per un istante gli occhi. Il sole tiepido le accarezzava il viso, mentre le note cremose della vaniglia e del cashmeran si fondevano con la dolcezza dell’ambra e del muschio fruttato. Ogni respiro la faceva immergere in un’atmosfera di pura serenità, come se il tempo si fosse fermato per permetterle di assaporare ogni sfumatura di quel momento perfetto.

Oro di tiglio

Era una fresca mattina di marzo, e il sole iniziava a riscaldare dolcemente l’aria. Nel giardino, la rugiada brillava sulle foglie mentre i primi raggi di luce filtravano tra i rami dei tigli in fiore. Il loro profumo dolce e vellutato si mescolava alla freschezza dell’aria del mattino, diffondendosi con la brezza leggera che accarezzava il terreno ancora umido. Più in là, il gelsomino sambac e la ginestra aggiungevano un tocco di eleganza floreale, unendosi armoniosamente alle note luminose dei fiori d’arancio e dell’eliotropio. Il vento danzava tra i petali delicati, portando con sé un’essenza raffinata e avvolgente, capace di evocare la dolcezza della primavera in ogni respiro. Mentre il sole si alzava, il profumo della vaniglia si faceva più intenso, avvolgendo l’aria in un abbraccio morbido e confortante. L’ambra e il muschio si fondevano con il legno ancora tiepido della panchina nel giardino, creando un’atmosfera di pace assoluta, come se il tempo scorresse più lentamente, lasciando spazio solo alla bellezza del momento.

Rosè d'aurora

Erano le quattro del pomeriggio, e la luce del sole filtrava tra i rami con un calore morbido e dorato. L’aria sapeva di primavera avanzata, di pomeriggi tranquilli e cieli limpidi. I profumi della campagna si facevano più intensi e definiti, accesi dal tepore del giorno. Le bacche rosa rilasciavano la loro fragranza frizzante, mentre frutti maturi e fiori leggeri danzavano nell’aria con grazia. Sonia, una donna di cinquant’anni dal portamento calmo e fiero, guidava lentamente il suo calesse lungo una stradina di terra battuta. Indossava un foulard chiaro e sorrideva osservando il paesaggio: campi punteggiati di fiori, filari in fiore, e piccoli cespugli di rose selvatiche lungo i margini. A ogni passo del cavallo, il vento le portava note delicate: la rotondità fruttata che si univa al cuore floreale di rose, accenni di viole, e una sfumatura leggera e luminosa. Man mano che il sole declinava verso il tardo pomeriggio, il profumo evolveva con lei: diventava più profondo, più elegante. Il muschio emergeva con discrezione, mentre il patchouli donava un’anima più intensa e avvolgente a quel paesaggio silenzioso. Era il suo tempo: quello in cui la leggerezza incontra la consapevolezza, e l’equilibrio diventa bellezza.

Vapore di Mattina

Lea, 11 anni – inventrice di mondi che nascono con un dito sul vetro. Alle 07:00 la casa è ancora addormentata. In cucina, però, il bollitore fischia già pianissimo: la mamma di Lea gli ha dato il via per scaldare il latte. Il vapore sale, invade la stanza, appanna subito il grande vetro sopra il lavello. Lea, in un maxi-maglione a righe che le arriva alle ginocchia, arriccia le dita fredde e si avvicina alla finestra umida. Quando il vetro diventa un foglio bianco lattiginoso, inizia il gioco: con il polpastrello traccia un arco, poi un altro; ecco un castello sospeso nell’aria, ponti levatoi che si aprono con una passata di mano, nubi che prendono forma ogni volta che il respiro appanna di nuovo il disegno. La luce del primo sole filtra attraverso la condensa e fa brillare minuscole gocce come stelle. Sulla mensola di legno, accanto alle tazze color pastello, c’è un piccolo barattolo di vetro riciclato: ieri pomeriggio Lea e la mamma lo hanno riempito di alcool buongusto, scorze di limone del terrazzo, foglioline di mentuccia e un ciuffo di rosmarino staccato dal vaso. Hanno aggiunto un cucchiaino di miele di acacia e un pizzico di sapone di Marsiglia grattugiato – profumo di pulito di quando si lavano i piatti insieme. Sottili bastoncini di canna intagliati dal papà si colorano lentamente d’ambra e diffondono nell’aria un aroma luminoso che si mescola al pane tostato e al caffè che comincia a uscire dalla moka.

Respiro di Liuteria

Federico, 34 anni – liutaio a Cremona, intaglia la voce del legno e la affida al silenzio. Via Robolotti, a due passi da Piazza del Comune, l’arco di Palazzo Fodri incornicia un mattino lattiginoso. Dentro il laboratorio di Federico l’aria è ferma ma viva: odora di tiglio piallato, resina calda, schegge di betulla che punteggiano il pavimento come petali. Il banco in legno di noce è un mare di riccioli sottili; al centro, una cassa armonica di violino ancora aperta aspetta di diventare suono. Federico accende la vecchia lampada da tavolo, controlla che la sgorbia sia affilata e fa scorrere la lama contro il bordo di acero marezzato. Ogni truciolo cade con un rumore lieve, come pioggia su carta. Per attenuare il sentore acido di colla animale che bolle nel pentolino, ha preparato un piccolo diffusore di fortuna: un flacone di essenza di lavanda riciclato, riempito di alcool buongusto, scaglie di abete di risonanza, qualche goccia di olio di limone usato per pulire il manico, granelli di ambra vegetale sciolti nel sole, un pizzico di rosin (colofonia) che dà al legno la sua voce, e infine due trucioli di acero rubati al futuro strumento. Bastoncini di salice – lo stesso che diventerà anima dei suoi violini – assorbono il liquido e lasciano nell’aria un profumo che sa di bottega, concerto e tempo sospeso.

I racconti proseguono...

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